FILOSOFIA ED OBIETTIVI: TUTELA E PRESERVAZIONE DEL NOSTRO PATRIMONIO CINOGNOSTICO

Scopo del nostro centro allevatoriale è di porsi come intermediario culturale con quella parte del mondo agro-pastorale rimasta ancorata, tutto sommato, alle sue tradizioni e che, a tutt'oggi, costituisce l'ultimo baluardo per la preservazione del patrimonio zoo-tecnico e cinognostico del nostro Paese.

A seguito della sempre più preponderante avanzata del consumismo e della cultura della globalizzazione, ci siamo resi, con il nostro silenzio-assenso, complici passivi dell'erosione culturale delle nostre tradizioni, della nostra cultura rurale, e di tutto ciò di non scritto, non ufficializzato, che di generazione in generazione veniva tramandato. Di conseguenza, da decenni,noi e le generazioni più recenti che ci hanno preceduto,assistiamo a questo smantellamento culturale che ha minato le nostre radici e la nostra identità.

Viene spontaneo fare una similitudine storica con la decadenza dell'Impero Romano, l'avanzata dei barbari e l'avvento del medio-evo che, trasposto ai giorni nostri, di vero e proprio medio-evo culturale si tratta. Risulta lapalissiana una inesorabile decadenza anche del patrimonio genetico zootecnico del nostro Paese, anche a causa dell'esterofilia di chi non si riconosce più nelle proprie origini.

Le razze canine italiane sono solo alcune delle vittime di questa perversa decadenza umana, non so quale citare in particolare: mi viene in mente, solo per iniziare, il Molosso Italico ,(nelle sue varianti, leggera e pesante, attualmente identificate, a seguito della suddivisione, in due razze distinte:Cane Corso e Mastino Napoletano) emblema del potere e della tradizione guerriera di molte antiche casate, nonché uno dei pochi coadiuvanti nel lavoro quotidiano e della tutela delle cose e della persona per gli strati più poveri della società: Pastori, Massari, Carrettieri, Piccoli commercianti, macellai e, ahimè, anche malavitosi, i cosiddetti “guappi”.

E ora? Due razze distinte, una caratterizzata da aspetto e carattere “boxerino”(cane Corso), l'altra da obesità congenita e senilità precoce (Mastino Napoletano). Uno per l'appartamentino, l'altro per.....la casa di riposo. Cani nati per riposarsi!! Lo scopo delle due razze pero' è rimasto comune, come quando erano racchiuse in una sola, soltanto che, anziché la difesa delle cose e della persona, adesso è diventato....la difesa dall'inflazione, tramite il rimpinguamento dei conti correnti di chi li alleva: alla fine, sempre di difesa del capitale si tratta!!.

Un mio carissimo amico, durante una discussione, mi fece notare che cio' che qualifica una persona non sono né le belle parole, né le buone intenzioni teoriche, ma i fatti. Mi trovai d'accordo. Da allora, tengo ben presente questo principio, sforzandomi di far seguire sempre i fatti alle iniziali intenzioni.

Coerentemente a questo modus operandi esistenziale, insieme ad altri appassionati, stiamo portando avanti un modesto lavoro allevatoriale e non solo, volto al recupero e alla preservazione delle caratteristiche identitarie di alcune razze canine avviate verso il declino da mercificatori , accecati dal luccichio delle coppe e frastornati dall'odore dei soldi. Ma forse la sto mettendo in maniera troppo semplicistica; in effetti, non credo che si tratti soltanto di pura avidità e vanagloria da passerella.

Spesso, ho notato, come tanti di questi pseudo-allevatori siano persone con gravi lacune interiori, mancanze caratteriali e culturali mai colmate; in queste persone forte è il senso di inferiorità e di disagio sociale, data e da loro stessi appurata l'incapacità di farsi accettare dagli altri per quel che sono; grandi insicurezze miste a nevrosi, impediscono loro di sentirsi al pari degli altri membri della società.

Ecco che il cane diviene l'essere su cui trasporre se stessi; un perverso meccanismo mentale li porta a renderlo l'emblema del loro riscatto umano e, quindi, a lui il compito di dare un senso alla loro povera esistenza interiore, a lui l'onere di fare da cavo conduttore di gloria, fama, e perché no' di soldi...che devono soddisfare l'egocentrismo frustrato del proprietario-allevatore, che arriva ad identificarsi in lui, in quanto prodotto della “sua selezione”. Ma attenzione a questo passaggio, badate bene; “lui”, il cane , non ha più valore come essere in sé, bensì, solo come prodotto della selezione della mente turbata che, in vaneggiamenti di autoesaltazione, porta alcuni soggetti a sentirsi simili ad un Dio, in quanto aspirano ad avvicinarsi il più possibile a quello che è lo scopo della loro esistenza: il Cane perfetto.

Per taluni ciò significa un oggetto da standard da far primeggiare nelle esposizioni, per altri un cane “cazzuto”, da far combattere e vincere e chi più ne ha più ne metta. Poi, chi se ne frega se l'eccessiva consanguineità mirata ad ottenere soggetti omogenei mina la salute ed il carattere di questi cani, riducendo (anche di molto) la loro aspettativa di vita e la loro qualità esistenziale! Che importa se diventano inabili al lavoro e ad ogni funzione sociale! Quel che conta è arrivare alla creazione del cane perfetto; quante volte ho sentite queste parole!!!! Come se la perfetta corrispondenza tra il cane creato e lo standard potesse rendere anche loro “perfetti”. Ecco in mano a chi, spesso, è affidato il destino di buona parte del patrimonio genetico delle razze canine riconosciute.

In questo contesto odierno di mercificazione del cane e di esterofilia preponderante, io umilmente, seppur con una nota polemica di dissenso che mi rimane difficile da velare, sto cercando con questo progetto di portare avanti un percorso di valorizzazione attraverso lo studio, la ricerca, il miglioramento genetico, delle razze italiane da lavoro, concentrato in particolare (per non essere troppo dispersivo) sul Mastino Abruzzese/Pastore Abruzzese, il Cane Toccatore/Paratore Italiano ed il Cane Corso.

Tutto questo non può prescindere da un'opera di sensibilizzazione cinognostica nella speranza che almeno qualcuno apra gli occhi e si avveda della ricchezza zootecnica presente nelle aree rurali del nostro paese e delle potenzialità che hanno i cani italiani da lavoro, anche al di fuori dei tradizionali contesti. Confido, anche attraverso questo portale, gli articoli, le vostre lettere e i vari reportage fotografici, di poter dare il mio modesto contribuito a questa opera di sensibilizzazione intrapresa, dando un po' di visibilità al mondo sommerso della cinofilia, degli ambienti rurali, agropastorali e la possibilità, a chi ha interesse, di affacciarvisi.